Il gioco di parole forse non è dei più eleganti: ma la vasca dei reflui in questa storia è una delle protagoniste.
La notizia arriva dalla provincia di Lecce. Al centro le irregolarità riscontrate dai Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale (NIPAAF) e del Nucleo Forestale di Lecce in una azienda agricola di San Cataldo-Ciccorusso.
Dopo alcune segnalazioni arrivate alla centrale operativa i militi dell’Arma, insieme al personale dell’Ufficio Tecnico del Comune e del Servizio Veterinario dell’ASL, hanno effettuato un controllo sistematico della struttura.
Dal quale sono emerse gravi irregolarità. Pur avendo già ricevuto il ‘niet‘ del comune per alcune opere, e l’obbligo di ridurre il numero dei box per cavalli, nell’azienda erano state costruite “tre piscine pavimentate in pietra leccese”, “.
Ma non solo: anche “un chiosco prefabbricato ad uso bar e un’area attrezzata per pic-nic e parco giochi per bambini”.
Tutto quanto proveniente dai servizi igienici dell’azienda finiva in una fossa, scavata nella roccia e coperta da un solaio, senza alcuna autorizzazione.
Anche la concimaia in cemento armato di 14×4,70 metri era fuori regola. Come del resto le 11 capannine con tettoia, usate per riporre le carrozze.
I cavalli presenti nella struttura sono 34. Ora sono ricoverati nelle zone non interessate dal sequestro delle opere abusive in modo da salvaguardare al meglio il loro benessere.
I Carabinieri Forestali hanno disposto il sequestro preventivo di tutte le strutture realizzate in difformità dal permesso di costruire o prive di autorizzazione.
Le irregolarità sono ancora più gravi perché l’area dove sorge l’azienda è in una zona di notevole interesse comune, e sottoposta a vincolo paesaggistico.
L’azienda è gestita da una associazione sportiva dilettantistica il cui rappresentante legale, un uomo di 66 anni, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Lecce.
Dovrà rispondere di “…realizzazione di interventi edilizi in difformità o assenza di permesso di costruire e senza autorizzazione paesaggistica, e scarico non autorizzato dei reflui”.
E’ accusato della “…realizzazione di interventi edilizi in difformità o assenza di permesso di costruire e senza autorizzazione paesaggistica, e scarico non autorizzato dei reflui”.
Fonte della notizia: La Gazzetta del Mezzogiorno, qui un altro caso simile